martedì 16 gennaio 2018

In conclusione

La scrivente mai avrebbe immaginato che lavorare al blog frutta artificiale l'avrebbe portata a passare un'intero sabato sera a cercare di convincere i suoi amici ad andare con lei a visitare il Museo della frutta e a spiegare al cameriere incuriosito  (più delle sue amiche)  che proprio a Torino ci sono artigiani, naturalisti e all'occorrenza artisti, che si spendono per tramandare e valorizzare una particolare tecnica artigiana di fine Ottocento con cui riproducono fedelmente qualsiasi tipo di frutto, come se fossero gli ultimi depositari di un segreto preziosissimo e a sottolineare quanto debba essere grande la cura che deve essere impiegata per realizzare la superficie di un frutto opaco o di un frutto traslucido in parte o di un frutto completamente trasparente. La tecnica di cui si fa riferimento è  il modellismo pomolocio ceroplastico e lo si deve a Francesco Garnier Valletti  (Giaveno, 1808 – Torino, 1889), il personaggio a cui sono stati dedicati la maggior parte dei post del blog, direttamente o indirettamente (materiali sostitutivi impiegati come resine, gessi, calchi, manuali descrittivi, processi produttivi, storie, arte, e lo stesso Museo della frutta, sono necessariamente collegati a tale artista nonostante nei vari post il suo nome non venga esplicitamente citato ma derivano tutti dai suoi insegnamenti). 
Un qualsiasi artigiano-artista che voglia approcciarsi a questo mondo non può che apprezzare e farsi guidare da un ricco e dettagliato manuale edito da Adelphi nel 1891 pubblicato dal fedelissimo allievo di Garnier Valletti, Michele Del Lupo, in cui sono spiegati i vari step per ricreare la frutta con la ceroplastica. 
La frutta finta quando la si trova nei musei, nelle scuole e nelle università svolge una funzione di sostegno all'insegnamento botanico e di valorizzazione scientifica, ma si riveste anche di una funzione meramente estetica quando è impiegata nell'allestimento di vetrine e stand fieristici o è usata come centrotavola e come motivo d'arredo. Non poche sono le industrie che fanno questo di mestiere e le loro realizzazioni spaziano dall'impiego della plastica alla cartapesta. Entra così in scena un altro personaggio importante di questo blog, a cui sono stati dedicati altrettanti post, che in contrapposizione all'artigianato e alle realizzazioni artistiche è ciò che ha reso possibile una vasta e dalle mille varianti, produzione in serie: la plastica. Impossibile negare di aver giocato da bambini con cibo-giocattolo ed essersi improvvisati chef nelle cucine (anche queste cucine-gioco e anche queste di plastica) degli asili o a casa dell'amica del cuore. Come la maggior parte dei giocattoli in plastica, anche la frutta finta, deve essere prodotta secondo determinati standard garantendo determinate caratteristiche fisiche e chimiche per permettere ai bambini di giocare in assoluta sicurezza. Per questo fondamentale punto è stato dedicato un post alla tecnologia dello stampaggio ad iniezione nella realizzazione del gioco, forse, più amato dai bambini di qualsiasi generazione: i lego
Frutta artificiale indaga anche l'immaginario collettivo della nostra cultura, andando a ricercare dove, come, e quando la frutta diventa simbolo, si fa mito, fa da tramite per esprimere un'emozione, spaventa diventando un artificio magico.

In sintesi Frutta artificiale, i cui concetti possono essere riassunti in una utile mappa, può essere considerata una grande cornucopia in cui si può trovare di tutto, grazie alla quale si ripercorre parte della nostra vita e a lettura ultimata del blog ci si scopre arricchiti. 

..e adesso che la scrivente sta concludendo queste righe riassuntive, basta un attimo e in testa le riaffiora un motivo di una canzone che cantava a squarciagola durante i primi anni del liceo, anno più anno meno.. perché non a caso, nel video della canzone, la band è vestita con buffi travestimenti di cibo.. due dei quali sono una banana e una fragola.

Inferenze continue... 

I just wanna live. Good Charlotte, 2004

sabato 13 gennaio 2018

Abbecedario illustrato


  
Arcimboldo 


B Boutique del mistero (la), Dino Buzzati



C Collezione



D Decorazione


E Elena di Troia 



F
Finzione 





G Giocattolo





H Hey Mela 





Imitazione



L Laboratorio



M Museo




 N Natura morta




O OGM
 P Plastica





Qualità



R Resina vegetale

S Stand fieristici




U Uva (in das)


T Tonka (fava di)



V Velvet Underground & Nico






 Z Zero Zuccheri





giovedì 4 gennaio 2018

Le metafore

Pomo d'oro della discordia 

Risultati immagini

Nel linguaggio comune quando diciamo pomo della discordia indichiamo un evento particolare che ha generato una grande discussione attorno a cui ruota una contesa difficilissima. Il modo di dire ha origine mitologica: nell'Iliade Paride dovette pronunciare il giudizio su chi fosse la dea più bella tra Era, Atena e Afrodite.

Il giudizio di Paride, Pieter Paul Rubens, 1638


Protagonisti e Storie

Francesco Garnier Valletti 
& il modellismo pomologico ceroplastico

Così scriveva di sè  «Francesco Garnier Valetti inventò il vero modo d’imitare i fiori naturali in cera i quali vennero assai apprezzati non solo dai grandi signori di Milano di Vienna di Prussia di Pietroburgo ma bensi tutta la Casa imperiale d’Austria come pure dalla Real Casa di Prussia e dal Imperial Casa di Russia. […] quasi è giunto ad una perfezione incredibile quanto pare impossibile a otenere»


Francesco Garnier Valletti nasce nel 1808 a Giaveno, dove frequenta il locale collegio, al cui termine si dedica all'arte del confettiere. Nel 1830 si trasferisce a Torino e sposa Giuseppa Grosso, dalla quale ha quattro figli (Rosa, Vittorio, Giulio e Paola). Qui inizia una nuova attività: quella di modellatore di fiori ornamentali in cera. Nel 1840 si sposta a Milano (risulta essere domiciliato in Contrada de’ Filodrammatici n. 1810), e la sua abilità di «ceroplasta» è apprezzata a tal punto che viene introdotto alla Corte imperiale di Vienna dove comincia a produrre anche frutti e, passando dall’artigianato alla scienza, comincia così la sua brillante e operosa carriera di pomologo. La sua attività lo porta poi a San Pietroburgo, presso la Corte dello Zar Nicola I Romanov (1796 – 1855). Nel 1848 l’improvvisa morte della moglie lo costringe a tornare a Torino per occuparsi dei figli. Vi resta sino alla morte, dedicandosi a quella che è divenuta la sua attività esclusiva: la pomologia artificiale, di cui diventa l’ultimo e ineguagliato protagonista. La sua attività è incessante: studia, disegna, riproduce 1200 varietà di frutti e 600 di uve, annotandone nomi, qualità, stagione di produzione, proprietà organolettiche, come testimoniano i suoi disegni (oltre 12.000) e i suoi appunti, conservati dall’Accademia di Agricoltura di Torino. In Garnier Valletti convivono armoniosamente la figura dell’artigiano, dell’artista e dello scienziato autodidatta, curioso di tutto, come dimostra la sua Raccolta di ogni sorta di segreti, un ponderoso manoscritto di 732 pagine fitto di appunti, ricette, formule utili nei più svariati contesti.


L’arte di progettare e costruire modelli artificiali, come Garnier Valletti stesso amava definire la sua opera. In Italia, soprattutto in Toscana, e nel resto d'Europa la ceroplastica e il modellismo pomologico vantavano una tradizione le cui origini devono essere rintracciate a partire dalla metà del secolo XVIII e raggiunsero la loro massima espansione nel secolo successivo. L'insaziabile curiosità enciclopedica che caratterizzò tutto il secolo XIX diede impulso, nonostante la nascita della fotografia, all'uso del modellismo che proliferò in tutti i settori scientifici. In particolare i ceroplasti realizzavano modelli che servivano poi da supporto all'insegnamento delle scienze mediche e botaniche. La cera, grazie all'estrema malleabilità intrinseca alla materia stessa e alla sua facile reperibilità a costi contenuti, era il materiale usato più frequentemente, ma altrettanto utilizzati erano il gesso, la creta e la carta pressata rivestita in gesso. In particolare, la diffusione della pomologia artificiale si sviluppò in accordo col clima culturale positivista del periodo e sulla scia del successo ottenuto da Giorgio Gallesio (Finalborgo (SV), 1772 - Firenze, 1839) con la sua Pomona Italiana pubblicata tra il 1817 e il 1839. L’identificazione e la classificazione delle varietà erano rivolte, oltre che a scopi conoscitivi e all’insegnamento delle scienze naturali, all’incremento della produzione ortofrutticola, ma soddisfacevano anche un gusto estetico rivolto al naturale: composizioni di fiori e di frutti artificiali gareggiavano nell’ornare le mense dei banchetti e dei ricevimenti delle corti europee. Il modellismo naturalistico a scopo didattico-dimostrativo trovò in Garnier Valletti uno dei suoi più brillanti esponenti.


mercoledì 3 gennaio 2018

Chi & Dove

Chi utilizza cosa  dove e perché 

Descrivere chi utilizza la cosa artificiale e dove essa è utilizzata significa ripercorrere alcuni dei post pubblicati nei mesi passati... Coloro che utilizzano la frutta artificiale la utilizzano in un determinato luogo, in relazione ad una precisa attività che con essa intendono svolgere. Gli utilizzatori e i luoghi vanno innanzitutto a stretto braccetto con le funzioni alternative che la cosa artificiale svolge. 

Troviamo giocattoli in plastica che riproducono alimenti, cibi, frutta e verdura nelle cucine giocattolo fatte su misura per asili, scuole materne, spazi ludici e stanze dei bambini.



La funzione della frutta finta negli stand fieristici, nelle vetrine dei negozi, è quella di sponsorizzare un prodotto che non sarebbe in grado di mantenere le sue caratteristiche organiche-fisiche per un tempo indefinito, di abbellire e calare in un preciso contesto le vetrine di attività commerciali




Risultati immagini per frutta finta per vetrine


Non di rado troviamo a casa di amici, centrotavola composti da frutta finta di stagione e non (a me è capitato, la foto è stata scattata dalla scrivente a casa di una delle sue più care amiche).



Si riproducono varietà di frutta per documentare la biodiversità tra le varie specie di frutta soprattutto nel caso dei pomi, mele, pere. Esempio significativo è la collezione del Museo della Frutta di Torino. E come nei musei anche nelle università e nelle scuole non è difficile immaginare di poter trovare in apposite vetrine riproduzioni della frutta tipica del posto e non a supporto dell'insegnamento


Senza dimenticare gli innumerevoli laboratori di artigiani, o di amanti del bricolage che si cimentano e realizzano vere opere d'arte.

martedì 19 dicembre 2017

Glossario trilingue


ITALIANO  

Frutta: Nome collettivo dei frutti commestibili, soprattutto quelli prodotti da piante arboree, dette appunto alberi da frutta o da frutto (mele, pere, ciliegie, ecc.), ma anche da piante erbacee (fragole, poponi, ecc.), elemento fondamentale dell’alimentazione umana

Decorazione: L’operazione di decorare e il risultato dell’operazione stessa. Il complesso degli elementi che abbelliscono la struttura esterna o interna di un edificio, rompendone la nudità e la monotonia

Giocattolo: Oggetto o prodotto, artigiano o industriale, che serve come gioco ai bambini

Collezione: Raccolta ordinata di oggetti della stessa specie, che abbiano valore o per loro pregio intrinseco o per loro interesse storico o artistico o scientifico o semplicemente per curiosità o piacere personale

Riproduzione: L’azione, l’operazione di riprodurre, il fatto di venire riprodotto, nel sign. di produrre di nuovo

ENGLISH 
Fruit: the soft part containing seeds that is produced by a plant

Decoration: the activity of making something look more attractive by putting things on it or around it, or something that you use to do this

Toy: an object for children to play with

Collection: a group of objects of one type that have been collected by oneperson or in one place

Handcraft: a skilled activity in which something is made in a traditional way with the hands rather than being produced by machines in a factory, or an object made by such an activity

Reproduction: a copy of something, especially a painting, or the process of copying something

FRANCAIS
Fruit: Produit comestible de certains végétaux, de saveur généralement sucrée

Décoration: Chacun des éléments qui décore quelque chose, un lieu ; ornements

Jouet: Objet conçu pour amuser un enfant

Collection: Réunion d'objets rassemblés et classés pour leur valeur documentaire, esthétique, pour leur prix, leur rareté, etc

Artisanat: Métier, activité de l'artisan; ensemble des artisans

Reproduction: Action de reproduire les êtres, les choses, d'en donner une représentation fidèle


I simboli

Immagini che comunicano