giovedì 4 gennaio 2018

Protagonisti e Storie

Francesco Garnier Valletti 
& il modellismo pomologico ceroplastico

Così scriveva di sè  «Francesco Garnier Valetti inventò il vero modo d’imitare i fiori naturali in cera i quali vennero assai apprezzati non solo dai grandi signori di Milano di Vienna di Prussia di Pietroburgo ma bensi tutta la Casa imperiale d’Austria come pure dalla Real Casa di Prussia e dal Imperial Casa di Russia. […] quasi è giunto ad una perfezione incredibile quanto pare impossibile a otenere»


Francesco Garnier Valletti nasce nel 1808 a Giaveno, dove frequenta il locale collegio, al cui termine si dedica all'arte del confettiere. Nel 1830 si trasferisce a Torino e sposa Giuseppa Grosso, dalla quale ha quattro figli (Rosa, Vittorio, Giulio e Paola). Qui inizia una nuova attività: quella di modellatore di fiori ornamentali in cera. Nel 1840 si sposta a Milano (risulta essere domiciliato in Contrada de’ Filodrammatici n. 1810), e la sua abilità di «ceroplasta» è apprezzata a tal punto che viene introdotto alla Corte imperiale di Vienna dove comincia a produrre anche frutti e, passando dall’artigianato alla scienza, comincia così la sua brillante e operosa carriera di pomologo. La sua attività lo porta poi a San Pietroburgo, presso la Corte dello Zar Nicola I Romanov (1796 – 1855). Nel 1848 l’improvvisa morte della moglie lo costringe a tornare a Torino per occuparsi dei figli. Vi resta sino alla morte, dedicandosi a quella che è divenuta la sua attività esclusiva: la pomologia artificiale, di cui diventa l’ultimo e ineguagliato protagonista. La sua attività è incessante: studia, disegna, riproduce 1200 varietà di frutti e 600 di uve, annotandone nomi, qualità, stagione di produzione, proprietà organolettiche, come testimoniano i suoi disegni (oltre 12.000) e i suoi appunti, conservati dall’Accademia di Agricoltura di Torino. In Garnier Valletti convivono armoniosamente la figura dell’artigiano, dell’artista e dello scienziato autodidatta, curioso di tutto, come dimostra la sua Raccolta di ogni sorta di segreti, un ponderoso manoscritto di 732 pagine fitto di appunti, ricette, formule utili nei più svariati contesti.


L’arte di progettare e costruire modelli artificiali, come Garnier Valletti stesso amava definire la sua opera. In Italia, soprattutto in Toscana, e nel resto d'Europa la ceroplastica e il modellismo pomologico vantavano una tradizione le cui origini devono essere rintracciate a partire dalla metà del secolo XVIII e raggiunsero la loro massima espansione nel secolo successivo. L'insaziabile curiosità enciclopedica che caratterizzò tutto il secolo XIX diede impulso, nonostante la nascita della fotografia, all'uso del modellismo che proliferò in tutti i settori scientifici. In particolare i ceroplasti realizzavano modelli che servivano poi da supporto all'insegnamento delle scienze mediche e botaniche. La cera, grazie all'estrema malleabilità intrinseca alla materia stessa e alla sua facile reperibilità a costi contenuti, era il materiale usato più frequentemente, ma altrettanto utilizzati erano il gesso, la creta e la carta pressata rivestita in gesso. In particolare, la diffusione della pomologia artificiale si sviluppò in accordo col clima culturale positivista del periodo e sulla scia del successo ottenuto da Giorgio Gallesio (Finalborgo (SV), 1772 - Firenze, 1839) con la sua Pomona Italiana pubblicata tra il 1817 e il 1839. L’identificazione e la classificazione delle varietà erano rivolte, oltre che a scopi conoscitivi e all’insegnamento delle scienze naturali, all’incremento della produzione ortofrutticola, ma soddisfacevano anche un gusto estetico rivolto al naturale: composizioni di fiori e di frutti artificiali gareggiavano nell’ornare le mense dei banchetti e dei ricevimenti delle corti europee. Il modellismo naturalistico a scopo didattico-dimostrativo trovò in Garnier Valletti uno dei suoi più brillanti esponenti.


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